Contributo RnS alle Tre Tappe del cammino sinodale

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Di seguito il testo dei contributi presentati dal Rinnovamento nello Spirito Santo di Bologna alle Tre Tappe del cammino sinodale 2017-2018. Tutti i contributi presentati possono essere consultati al seguente link: contributi.chiesadibologna.it/2018.

Prima Tappa: I due discepoli di Emmaus

Lectio divina sul testo di Luca 24, 13-35

Rinnovamento nello Spirito Santo – diocesi di Bologna

La prima tappa del cammino sinodale è stata vissuta comunitariamente da un centinaio di fratelli e sorelle dei gruppi diocesani del RnS.

È stato un momento di vita comunitaria bello e importante. Preceduta dalla preghiera comunitaria carismatica e seguita dalla celebrazione della S. Messa, la Lectio Divina sul brano dei Discepoli di Emmaus è stata guidata da don Fabrizio Peli, consigliere spirituale diocesano e regionale del RnS.

La Lectio è stata vissuta in modo da sottolinearne alcune analogie con la Preghiera comunitaria carismatica, che rappresenta l’appuntamento settimanale e costitutivo del cammino seguito dagli aderenti al movimento RnS.

In particolare ogni momento di meditazione, contemplazione, orazione è stato scandito sia da un tempo personale che da un successivo tempo comunitario in cui la riflessione è stata espressa attraverso la preghiera, il vissuto personale in forma di testimonianza, la speranza e l’apertura del cuore attraverso la lode e il giubilo, tutto comunitariamente espresso e vissuto.

Certo, è stata una tappa un po’ “fuori dallo schema”, ma con frutti analoghi. La “vicinanza del Risorto” da Parola si è fatta meditazione, esperienza, ringraziamento, vita. Il “contributo” da condividere con la comunità Chiesa di Bologna è espresso in questo breve racconto di un pomeriggio vissuto comunitariamente, da Gerusalemme ad Emmaus, e ritorno.

Dopo questo inizio di cammino “a livello diocesano”, le altre due tappe saranno portate avanti secondo lo schema proposto, nei singoli gruppi in cui si svolge regolarmente il cammino comunitario del Rinnovamento.

 

Seconda Tappa: Il nostro rapporto con la Parola di Dio

EG 174 – EG 175

Rinnovamento nello Spirito Santo – diocesi di Bologna

Primo gruppo

Gli incontri si sono svolti in piccoli gruppi, come cenacoli, nel mese di febbraio. Di seguito il sunto delle meditazioni.

1) Cosa mi attira e cosa mi affatica o spaventa nel mio rapporto con la Parola di Dio?

L’appartenenza al RnS è una grazia perché la Parola ha un ruolo importante nella preghiera sia personale che comunitaria, anche se alcune volte nella preghiera personale è difficile mantenere un rapporto quotidiano, sebbene spesso risuona nella mente e nel cuore. Molte volte ci si accosta alla Parola “nei momenti di sconforto” e diventa una risposta” ai tanti perché e alle suppliche. La Bibbia più che studiarla la viviamo.

2) Cosa mi aiuterebbe a viverlo meglio, sia personalmente sia nella comunità?

Tanti fratelli hanno segnalato che la partecipazione quotidiana alla S. Messa aiuta anche a vivere un rapporto più intimo con la Parola, ma risulta utile essere anche la lettura e meditazione settimanale dando spazio alla “risonanza”; un ruolo importante anche la testimonianza di fratelli su eventi vissuti legati alla Parola.

3) Come rendere stabile e attraente l’ascolto della Parola in parrocchia e nelle nostre comunità?

La testimonianza personale negli ambienti di lavoro o tra gli amici può essere certamente un veicolo per avvicinare i lontani alla Parola. Nelle parrocchie e comunità bisognerebbe organizzare eventi attraenti per lo studio e l’approfondimento della Parola, magari con la modalità dei cenacoli usati al nostro interno.

La Parola è una persona pertanto occorre dedicare del tempo per amarla; è come un fuoco che ha bisogno dell’ossigeno per divampare.

Secondo gruppo

I fratelli del gruppo RnS possiedono tutti la Bibbia in casa, ma aprirla quotidianamente non è da tutti.

Molti si sono accostati alla Parola frequentando la Parrocchia in occasione del catechismo dei figli o nelle letture della Messa domenicale. La frequenza dell’incontro settimanale di preghiera comunitaria carismatica, nel gruppo del Rinnovamento nello Spirito Santo, ha segnato un nuovo inizio: vivere un approccio sistematico alla Parola anche nella sua versione profetica.

C’è sempre una certa difficoltà nel capire quello che si legge, senza che qualcuno ce lo spieghi. Tuttavia mettendosi in preghiera, entrando in ascolto, il Signore fa capire sempre qualcosa che serve alla propria vita. La lettura della Bibbia scalda il cuore, aiuta a vivere, è un grosso aiuto, opera dentro, dà il senso nuovo della vita. Più si legge più viene il desiderio. L’impegno della quaresima per qualcuno è leggere un capitolo al giorno dei Vangeli e grazie alle moderne tecnologie, ci si avvicina con facilità alla Parola del giorno.

La testimonianza comune può essere così sintetizzata: “Grazie al RnS ho potuto avvertire la Parola come una spada nel mio cuore e nella mia vita, come fonte di luce e di consolazione, per me personalmente. La parola scritta è diventata Verbo, Dio si fa presente nella storia della mia vita. Proclamata durante la celebrazione eucaristica o come annuncio profetico in preghiera, o anche come proposta catechetica essa guida, consola, forma, ammonisce, guarisce, libera, rallegra, costruisce, ravviva, conforta, rafforza il singolo e l’intera comunità”.

Qualcuno va a rispolverare i vecchi testi del catechismo con la vita di Gesù, la sete è grande. Noi nel gruppo durante la preghiera comunitaria carismatica ogni settimana ci lasciamo con la parola che il Signore ci dà e cerchiamo di meditare e mettere in pratica quello che il Signore ci chiede.

La Bibbia è una lettera d’amore, e ogni volta invochiamo lo Spirito Santo, è lui che l’ha scritta e ispirata.

Qualcuno testimonia che la vita è cambiata in meglio dal momento in cui ha iniziato il cammino di conversione nel gruppo, scandito costantemente dalla Parola di Dio, cercando di viverla nelle ispirazioni, ascoltarla nei consigli, farla diventare bussola nelle scelte spirituali e concrete della quotidianità, pur consapevoli delle inevitabili limitazioni dovute al nostro essere umani e imperfetti.

Sono emerse dai partecipanti le seguenti proposte per rendere attraente la Parola e crescere nell’ascolto:

  1. Proporre incontri finalizzati all’ascolto e alla meditazione della Parola di Dio, cosa che avviene già in molte realtà del RnS e mediante l’adozione di nuove dinamiche che coinvolgano gli uditori rendendoli non solo ascoltatori “passivi” ma protagonisti di quanto viene loro proposto.
  2. Riunioni periodiche di gruppo (ad esempio due ore al mese) con la presenza fondamentale di un sacerdote o, in alternativa, di un ministro, nelle quali si approfondiscano brani della Scrittura in modo collegiale e non soltanto unidirezionale, ritengo siano fondamentali per rendere attraente l’ascolto della Parola. Queste occasioni servirebbero inoltre a fare chiarezza sui nostri dubbi e sulle difficoltà di comprensione di certi brani della Scrittura, con particolare riferimento al Vecchio Testamento.
  3. Strutturare diversamente il catechismo dei bambini, andare incontro alla scarsità di tempo delle famiglie, riducendo magari a due gli incontri di catechismo in un mese, ma ampliandone la durata a tutta la mattina o a tutto il pomeriggio. Durante il catechismo dei figli insegnare ai bambini a meditare la Parola, a farla risuonare, ad ascoltare il testo e vederci i legami con la nostra vita e con gli insegnamenti del catechismo; coinvolgere i genitori in parallelo durante il catechismo, con una lectio semplice, con un coinvolgimento “leggero” su un testo biblico, stimolando la condivisione.
  4. Corsi pre-matrimoniali che partano sempre dalla Parola e con un ritiro che preveda esercizi spirituali, perché ogni Chiesa domestica è sposa di Gesù.
  5. Tra una domenica e l’altra chiedere ai presenti di meditare in preghiera chi sulla 1°, chi sulla 2° lettura, chi sul Vangelo della domenica successiva, e invitarli a inviare al sacerdote il frutto di tali riflessioni, che eventualmente potranno trovare un riflesso nell’omelia. Da questo primo timido scambio si potrà stabilire una relazione individuale solida con il sacerdote e con la Parola, che forse automaticamente porterà alla costituzione di gruppi di condivisione e di lettura della Parola. Per adulti e – in parallelo, per bambini.
  6. Corsi post-matrimoniali sotto forma di fine settimana di ritiro spirituale in occasione di anniversari “tondi”, perché gli sposi – come i discepoli di Emmaus – si pongano domande sul cammino che stanno percorrendo e si guardino intorno, alla ricerca della presenza del Signore.
  7. Formazione di fedeli che possano aiutare le comunità nello spezzare il pane della Parola.
  8. Dopo l’ascolto delle omelie della Messa che anticipa l’incontro del Gruppo e dai pensieri suscitati dallo Spirito durante la preghiera comunitaria, mettere per iscritto concetti e pensieri, frutto di questi momenti particolarmente ispirati, per riprenderli in momenti successivi.

 

Terza Tappa: Comunicare il Vangelo a tutti

EG 14 – EG 128

Rinnovamento nello Spirito Santo – diocesi di Bologna

Primo gruppo

Gli incontri si sono svolti in piccoli gruppi, come cenacoli, nel mese di giugno. Di seguito il sunto delle meditazioni.

1) Cosa suscita in me questa proposta di “predicazione informale”?

Dalla lettura e conseguente riflessione dei brani proposti è emerso che è bello testimoniare la gioia dello stare con Gesù e alla Sua sequela, questo spesso genera stupore ed entusiasmo per quello che accade intorno a noi, anche se dall’altro lato vi sono le “paure” di doversi scontrare con il mondo, l’andare controcorrente, le “paure” del giudizio e delle aspettative che l’altro nutre nei confronti di chi ha la fede, considerandolo come qualcuno a cui non è concesso sbagliare. È emersa anche la consapevolezza di non essere sempre in grado di cogliere l’occasione giusta per dare testimonianza.

2) In quale ambito e con quali modalità vorrei sperimentarmi? Di quale sostegno ho bisogno?

Tutti i gruppi sono stati sostanzialmente d’accordo che bisogna iniziare da chi si ha più vicino che ci sta accanto e che a volte non ci accorgiamo che ha più bisogno. Quindi i colleghi di lavoro/università, i parrocchiani, familiari e vicini. A sostenere tutto occorre la comunità, compagni di viaggio con cui condividere il cammino, poi la preghiera e sacramenti.

3) Cosa mi è chiesto personalmente e cosa debbono fare le nostre comunità per comunicare il Vangelo a tutti?

Allargarsi al mondo evitando di essere dei cristiani selettivi, andare dove serve in qualunque modalità richiesto, creando reti di comunione che facciano emergere i punti di forza e debolezza di ciascuno per costruire insieme il Regno di Dio, per cui le missioni risultano essere la chiave vincente. Dare spazio all’ascolto e creare percorsi di accompagnamento spirituale.

4) Quali sono gli ambienti dove portare questa predicazione informale e come aiutarci tra noi?

Occorre andare dove è necessario, privilegiare gli ambienti di sofferenza, gli anziani e i senzatetto.

Gli incontri sono iniziati con un breve momento di preghiera comunitaria carismatica e sono terminati con la preghiera suggerita da mons. Zuppi: “Il nuovo giorno” di Madeleine Delbrêl.

Lodiamo il Signore per avere avuto la grazia di meditare insieme su questi importanti temi.

Secondo gruppo

Abbiamo iniziato l’incontro leggendo due letture che evidenziano due modi diversi di evangelizzare: uno positivo (Atti 8,26-40 – Filippo e l’eunuco), e uno negativo (Atti 16,16 – Paolo e la profetessa).

L’iniziativa è sempre dello Spirito, noi dobbiamo essere docili. Spesso i più lontani sono quelli che ci vivono accanto, che frequentiamo.

Noi incontriamo continuamente chi sta nel deserto. Il passo di Filippo e l’eunuco ci mostra che tutti abbiamo dentro di noi il desiderio dell’annuncio. L’eunuco, passa da una solitudine estrema, anche se piena di ricchezze esterne, a una ricchezza di figlio di Dio; ha ascoltato l’annuncio e arriva all’adesione piena col battesimo, il suo cuore scoppia di gioia e diventa a sua volta evangelizzatore.

Come per Filippo, anche per noi l’evangelizzazione è un obbligo, come per la Chiesa, come per le comunità, per tutti i battezzati, altrimenti sarebbe tradire il battesimo ricevuto.

La “predicazione informale” è un metodo adatto per il nostro tempo. Occorre avvicinarsi all’altro con discrezione, con umiltà, e non aggredendo. Bisogna “chiedere permesso”, occorre pazienza, non dobbiamo essere né insistenti né invadenti. Poniamoci in ascolto, partiamo dalle cose condivise, non siamo maestri, ma fratelli che condividono e testimoniano. Parliamo con sincerità di cuore, è lo Spirito che parla, è lo Spirito che suggerisce.

Occorre formazione e preghiera per non fare proselitismo. Chi attrae è Cristo. Quella donna urlava ma non attraeva nessuno. Chiediamoci sempre: cosa avrebbe fatto Gesù? Senza una esperienza viva e personale di Gesù non evangelizziamo nessuno, non avremo il fuoco dentro, non saremo fonte che zampilla.

Importantissimo è il valore della comunità, per noi è la forza del gruppo del Rinnovamento nello Spirito Santo; non importa se il gruppo è piccolo, insieme si riesce, nel gruppo ci si forma, ci si sostiene, si prega.

C’è chi evangelizza in ospedale, magari perché ci lavora. Ogni giorno si incontra gente che soffre, che è in angoscia, che ha paura, sono momenti dolorosi; se il ruolo lo permette basta una parola: ricordati che Gesù ti ama, vedrai che andrà bene, ricordati che non sei sola! Anche se il timore c’è e ci si chiede: “Sto sbagliando? Devo star zitta?”. Alcuni pazienti reagiscono positivamente: sono contenti, sollevati. C’è anche chi non risponde nulla, bisogna rispettare anche loro. Per chi conosce Gesù e ce l’ha nel cuore, la parola di conforto diventa un semino.

È difficile testimoniare il vangelo quando si cerca di parlare con un figlio adolescente! Spesso una mamma capisce che è meglio tacere.

Qualcuno evangelizza anche solo regalando una medaglietta sacra, la consegna a chi ha avuto per esempio un lutto, l’abbraccia per fargli sentire la propria vicinanza.

Sul luogo di lavoro, dove prima si aveva un certo comportamento, dopo che si incontra Gesù si cambia; i colleghi che vedono, osservano, controllano e commentano: tu sei quello che va in chiesa? Questo richiede una attenzione nel parlare, e nel comportamento; si sente la fatica di testimoniare, ma anche l’urgenza di far conoscere la gioia di Gesù.

Qualcuno, ora in pensione, si rende conto della differenza tra quello che faceva al lavoro e quello che è diventato ora che frequenta il gruppo. Allora si nascondeva, non raccontava che andava a Messa, stava al gioco per emulazione con gli altri. Ora sa che quello che ha dentro lo deve trasmettere, non si vergogna più di quello che fa.

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